River Antoine Rum Distillery – Grenada
Grenada, l’isola delle spezie, un paradiso terrestre incastonato nell’arco caraibico.
Dopo una giornata trascorsa sulla Grande Anse Beach, nel parish di St. George, il nostro amico Ronald viene a caricarci sul suo pulmino, direzione River Antoine, a sud del parish di St. Patrick. Attraversiamo le colline interne dell’isola, lontano dalla city, nel “country” come lo definiscono i locali.
Intorno a noi prendono vita i festeggiamenti imminenti per l’indipendenza dell’isola, che si colora di giallo, rosso e verde. Ogni cosa sembra essere pronta per la grande celebrazione, dai massi dipinti lungo la strada ai guard-rail, alle case. Il clima di serenità che si respira è meraviglioso e di colpo ti ritrovi a non distinguere la realtà dal sogno, mentre il pulmino si inerpica lungo le curve immerse nella foresta pluviale.
La tradizione si mescola al moderno, ma la cultura resta fortemente radicata ed il senso di rispetto reciproco e di accoglienza è quasi disarmante per chi proviene dalla società moderna.
RIVER ANTOINE RUM DISTILLERY
L’arrivo alla distilleria è il completamento perfetto del quadro descritto finora. Una piccola distilleria, immersa nel verde, con la grande ruota del mulino ad acqua a farla da padrone. Un tuffo nel passato di circa due secoli soprattutto quando Junie, che ci accoglie, comincia a spiegarci il funzionamento della distilleria.
Partiamo proprio dalla grande ruota. La canna da zucchero arriva alla distilleria, portata direttamente dai piccoli produttori locali. Dopo l’arrivo viene pressata due volte grazie alla propulsione del mulino, l’ultimo rimasto ai Caraibi che funziona ancora ad acqua. La canna da zucchero viene manualmente inserita e reinserita nel mulino ed al termine della spremitura la bagasse viene caricata su un carretto e poi spinta lungo dei binari per essere ammucchiata ad essiccare e fungere successivamente da combustibile per la bollitura del succo di canna.
Il succo di canna così spremuto passa nel boiling hut, un piccolo capannoncino all’interno del quale troviamo 4 vasche di bollitura ed una di raccolta. All’esterno del capannoncino, al piano inferiore, alcuni operai alimentano la fiamma che serve a riscaldare il vesou, mentre all’interno, uno di essi travasa il vesou bollito di vasca in vasca fino alla vasca di raccolta.
Dopo essere stato concentrato il vesou viene miscelato con un 10% di melassa, acquistata all’estero, e viene trasferito nelle vasche di fermentazione.
FERMENTAZIONE & DISTILLAZIONE
La fermentazione avviene ad opera di lieviti indigeni, nessun lievito viene inoculato. Per internderci è una fermentazione spontanea, molto rara da vedere altrove (l’abbiamo ad esempio ritrovata nel nostro viaggio ad Haiti, leggi qui).
La fermentazione dura circa otto giorni, al termine del quale il prodotto arriva a sviluppare fino a 16% abv, dopo di che viene riversato negli alambicchi per la distillazione.
Ancora una volta, un brivido sale lungo la schiena quando vediamo due splendidi alambicchi a doppia storta alimentati a fuoco diretto, cosa più unica che rara ai giorni nostri. Ancora una volta il processo di produzione di questa distilleria ci riporta nel passato, a quello che siamo soliti leggere sui libri e che oramai è quasi impossibile vedere dal vivo.
Non scenderemo nel tecnico, nel dettaglio degli esteri o del taglio delle teste e delle code. E non ci preoccuperemo di analisi blending o invecchiamento, semplicemente perchè in questa distilleria non esistono.
Il prodotto, bianco, ottenuto dalla distillazione, viene imbottigliato direttamente a 75 %abv ed a 69%abv.
Assaggiarlo è un’estasi del palato, un tuffo in qualcosa che non esiste quasi più e che ci ricorda tanto la potenza dei grandi rum di Hampden in Jamaica (vedi la visita ad Hampden)
Per la prima volta, mi sento di non aggiungere altro, nessun parere tecnico, nessuna degustazione, nessuna spiegazione ulteriore. Visitare River Antoine è un’esperienza che lascia senza fiato, un estasi che ti porti dietro ed in cui io sono ancora immerso.
DON’T SAY RUM
SAY RIVERS