Tasting rum by Leonardo Pinto

Degustare un rum ad alto grado

Mi ritrovo spesso a leggere, o a dover affrontare nelle mie degustazioni, il problema della degustazione dei distillati FULL PROOF ovvero dei distillati a grado elevato. Dopo aver più volte indicato poche semplici regole da seguire ho deciso di scriverle anche qui sul sito.


Innanzitutto partiamo dalla definizione di alto grado. Non vi è un vero e proprio “grado limite” al di sopra del quale possiamo definire un distillato high proof o full proof, in genere ci basiamo sulla normale gradazione dei distillati e dei rum in particolare, nel nostro caso, che vengono mediamente immessi sul mercato tra  38% e 46% abv, ovvero tra i 38 e i 46 “gradi”. Ben attenti a considerare però la dicitura “Full Proof”, la quale indica propriamente il pieno grado, ovvero la gradazione di uscita dalla botte alla fine dell’invecchiamento. Non è escluso che questa possa attestarsi anche al di sotto del 46%abv , ma anche in questo caso parleremo di Full Proof, anche se non potremo in linea di massima parlare di alto grado.


[dropcap custom_class=”normal”]1. “Come faccio ad apprezzare un prodotto che all’olfatto ed al palato mi brucia e rende impercettibile ogni sentore?” [/dropcap]

Generalmente la degustazione di un rum, o comunque di qualsiasi altro distillato, che supera i 45 gradi è una degustazione divertente come poche per la capacità che ha una così alta gradazione di mutare i suoi aromi nel tempo. Infilare il naso nel bicchiere è ovviamente l’ultima cosa da fare, ma questo vale anche per gli altri spiriti, anche se a grado più basso. L’esame olfattivo lo si fa con piccolissime olfazioni a distanza e sopra al bicchiere e solo dopo che il distillato mostra di “aprirsi” possiamo effettuare qualche piccola indagine olfattiva anche all’interno del calice. L’evoluzione riscontrabile in un bicchiere a pieno grado è difficilmente riscontrabile in altri prodotti a grado più basso. Resto comunque concorde sull’esame gustativo, molto difficile, ma non impossibile. Tenete sempre conto che in bocca si produce saliva. L’introduzione in essa di una piccola quantità di rum ad alto grado, la miscelazione con la saliva e l’ossigenazione del cavo orale permettono a questi distillati di “esplodere” letteralmente in bocca senza per questo sgretolare i nostri sensi bruciandoli. E’ chiaro che l’esperienza sta nel sapere qual’è la “giusta quantità” per noi e per il nostro palato.
Da purista vi direi di non mescolare acqua! Aspettate, lasciate che l’aria faccia il suo gioco chimico portando fuori l’aggressività iniziale del tenore alcoolico. Un errore che spesso si fa è roteare il bicchiere e infilarci dentro il naso. Smuovere così vigorosamente un prodotto che di gradi ne fa più di 40, vuol dire invitare gran parte dell’alcool in esso contenuto ad uscire tutto insieme… mettere il naso subito dopo aver fatto questo vuol dire effettuare un’olfazione di una componente alcoolica estremamente concentrata ed irritante. Se decidiamo di roteare un pò il nostro distillato aumentandone la velocità di aerazione dobbiamo avere la pazienza di aspettare qualche minuto prima di rimetterci sopra il naso. Ad ogni modo, soprattutto alle prime esperienze con prodotti ad alto grado, è preferibile aggiungere dell’acqua ed accelerare questo processo.


[dropcap custom_class=”normal”] 2.[/dropcap]”Quanta acqua aggiungere ad un distillato a pieno grado?”

Come direbbero in Scozia, “due goccie di rugiada del mattino”. Ovvero sempre e comunque una piccola dose. In verità la degustazione ottimale partirebbe dal distillato a pieno grado e via via la diluizione (sempre minima) e l’analisi. Ovvero analizziamo nuovamente il prodotto ogni volta che lo diluiamo un minimo.


[dropcap custom_class=”normal”] 3.[/dropcap]”Perchè sul mercato ci sono rum a così alta gradazione?”

I motivi possono essere vari, ma prevalentemente possiamo parlare di due motivazioni principali che spingono a questa scelta. La prima è dettata dal piacere edonistico dell’immettere sul mercato un prodotto puro, così come sgorga dalla botte, e lasciare al pubblico la possibilità di gestirlo (allungandola o meno con acqua) come meglio crede, quando tra le mani hai una incredibile essenza concentrata, dovuta ad anni di invecchiamento ed alla maestria nell’arte della distillazione e selezione del distillato vergine.
Un’altra motivazione potrebbe essere la copertura di alcuni difetti di distillazione. Molte volte ho visto trincerarsi dietro la potenza alcoolica dell’alto grado, prodotti che lasciati respirare o allungati con acqua, rilevano presenze di difetti.


[dropcap custom_class=”normal”] 4.[/dropcap]”I prodotti ad alto grado sono sempre prodotti di qualità?”

La risposta è NO. Alto grado non vuol dire per forza alto tasso qualitativo.

Per qualsiasi ulteriore domanda non esitate a chiedere nel form sottostante.

Buona degustazione a tutti.

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